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La Cultura degli All Blacks: una guida per le società sportive

La formazione mentale dei giocatori degli All Blacks

Fare parte di una società sportiva vuol dire lavorare in un posto dove il risultato del tuo lavoro non dipende interamente da un singolo elemento. Questa mentalità è fondante nella cultura della squadra nazionale di Rugby della Nuova Zelanda, chiamati e conosciuti nel resto del mondo come gli All Blacks, per via del colore delle loro maglie e pantaloncini.
I giocatori vivono in un ambiente dove c’è una fortissima interconnessione tra la società e la squadra, legame che ha dimostrato fare la differenza ed incidere pesantemente sul risultato sportivo. Risulta per questo fondamentale, espandendo il concetto anche a tutte le società sportive di ogni sport mondiale, porre delle ferree delle linee guida interne, necessarie al fine di creare un ambiente organizzato.

Cultura come DNA Sportivo

Per facilitare questo processo è necessario ci sia alla base una Cultura, ovvero che vengano individuati gli elementi che caratterizzano il DNA di una società sportiva: un insieme di credenze, di norme e di valori condivisi da tutti (partendo dal dirigente fino al più giovane degli atleti). Fatte queste premesse, è facile intuire quanto tutti questi concetti vadano organizzati ed elencati come una strategia da congegnare e portare avanti quotidianamente. La Cultura è in sé fortemente caratterizzata da una componente di classificazione delle attività e di visione strategica, ecco perchè possiamo concretizzarla in un codice di comportamento finalizzato a migliorare la performance sportiva della società di riferimento.

"Niente teste di C..." di James Kerr e l'esempio degli All Blacks

Per rendere più comprensibile il concetto prenderemo come esempio gli All Blacks: la squadra di rugby più forte al mondo. Negli ultimi 100 anni il team neozelandese ha vinto più del 75% dei match internazionali. Alla base del segreto del loro successo c’è senza dubbio una cultura che si basa su principi e valori fortissimi, come ci spiega James Kerr con il suo Libro “Niente teste di cazzo”; lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks. James Kerr, scrittore, esperto di arti marziali, consulente strategico per le forze speciali statunitensi e britanniche, team di Formula 1 e per gli equipaggi dell’America’s Cup, ha trascorso 5 settimane con la Nuova Zelanda mentre erano in preparazione della coppa del mondo, prendendo spunti per spiegare i principi fondanti che stanno alla base delle vittorie di Jonah Lomu e del resto degli All Blacks.

Le regole fondamentali per la Nuova Zelanda

Questo periodo gli ha permesso di individuare 13 regole comportamentali, ovvero un insieme di valori condivisi da tutti i componenti della squadra che ne rappresentano la loro mentalità. Tutto parte da un concetto alla base, ovvero che in un team non sono ammesse “teste di cazzo” e che la responsabilità, la fiducia e la comunicazione rappresentano un elemento fondamentale. Da questa credenza si sviluppa un codice culturale che ogni componente deve seguire per vincere sul campo come atleta, e fuori come uomo:

«Pulisci gli spogliatoi. Non sentirti mai troppo grande per fare le cose piccole». Il punto di partenza della cultura degli All Blacks è il rispetto di sè stessi e soprattutto degli altri: umiltà e attenzione ai particolari sono un ottimo punto di partenza. Dopo ogni match, gli All Blacks prendono la scopa e cominciano a ripulire gli spogliatoi.  «I leader di successo bilanciano l’orgoglio con l’umiltà; orgoglio assoluto nella performance; umiltà totale di fronte alla grandezza del compito».

Per avere una buona cultura dell’organizzazione bisogna sapersi adattare alle circostanze. Il che si traduce in «aggredisci gli spazi»: ricerca il miglioramento e il rinnovamento. Una società sportiva è un ambiente di sviluppo personale e professionale in cui ogni individuo si assume le proprie responsabilità e ne condivide il possesso. 

Bisogna sempre chiedersi perché si fa una cosa. Alla base della cultura c’è uno scopo chiaro da perseguire per dare il massimo: “Persone migliori fanno giocatori migliori”, e uno scopo in cui credere fa lavorare con passione.

Una cultura vincente si basa sulla condivisione, ovvero, sapersi trasferire responsabilità e conoscenze per creare un clima di fiducia reciproca. Crea un ambiente di apprendimento: ognuno di noi ha da imparare dagli altri.

La quinta regola è: «impara». Il mantra degli All Blacks è “raccogli il cibo buono e getta via la spazzatura. Se migliori 100 aspetti dell’1% ognuno, otterrai un enorme vantaggio in termini di performance e risultati”. La forza del lupo è il branco e, per la tua squadra, scegli chi lavora per il gruppo e non per sé stesso. Le primedonne vanno escluse, a prescindere dal loro talento perché, come dicono i maori, una goccia d’acqua che entra da un piccolo foro può affondare una canoa. 

Punta verso la nuvola più alta. Le aspettative devono essere adeguate alla sfida che si lancia: “se puoi pensarlo e crederci puoi farlo”. Gli obiettivi devono essere commisurati alla forza che si ha a disposizione al motto di “immagina per concretizzare”. Gli All Blacks ricordano più le sconfitte che le vittorie, è un fatto di attitudine: “fai finta finchè non si avvera”.

Controlla la tua attenzione e esercitati a gestire la pressione. Passa da una mentalità “rossa” (ansiosa, aggressiva, orientata esclusivamente al risultato) a una “blu”: espressiva, calma, lucida, in grado di vivere sul momento.
Le cattive decisioni non sono prese per mancanza di capacità o di giudizio istintivo, ma a causa dell’incapacità di gestire la pressione nel momento cruciale.

“Il modo in cui viene plasmato il ramoscello determina come crescerà l’albero”. Allenati per vincere, allenati con intensità, sotto pressione. Esci dalla zona di comfort: se non stai crescendo, non ti stai muovendo nella tua direzione.

“Raggruppa i rami del manuka, così non si spezzeranno”. Conosci te stesso. E sii te stesso. Sii auntentico ed integro. I campioni vanno oltre. Trova una motivazione superiore e dai tutto per quell’obiettivo. Metti tutto te stesso in campo e i tuoi compagni faranno altrettanto. Sii il primo ad arrivare e l’ultimo ad andartene.

Crea un linguaggio comune, che unisca il gruppo. Un vocabolario che rappresenti i valori che identificano il team, fatto di significati, rituali, storie ed eroi. Questo aiuta le persone a capire per cosa lottano e per quale motivo. 

Avere dei riti di riferimento aiuta la squadra a rinforzare il senso di appartenenza. Avere un rituale in cui riconoscersi, come l’Haka per gli All Blacks. I rituali raccontano la tua storia, coinvolgono la tua gente, creano un’eredità, rendono reale l’intangibile.

“Sii un buon antenato”. Ovvero pianta alberi che non vedrai mai, come spiega la cultura maori. Scommetti sul futuro e assicurati di trasmettere conoscenza. Consegna la tua maglia in condizioni migliori di come l’hai trovata.

Questo è il tuo tempo: persegui il tuo scopo. Le pagine davanti a te sono ancora bianche. É il tuo momento per lasciare il tuo segno.

Conclusioni

Sviluppare la cultura all’interno di una società sportiva è un processo complesso e sfidante ma allo stesso tempo fa parte della mission di qualsiasi società sportiva, considerata la forte componente sociale alla quale lo sport è legata.

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