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Il suo nome era Kobe Bean Bryant

L’incidente e la scomparsa di Kobe Bryant

Oggi, 26 gennaio 2024, sono passati esattamente 4 anni dal tremendo incidente che ha portato alla prematura scomparsa di uno dei migliori giocatori della storia della NBA: Kobe Bryant.

Kobe Bryant è tragicamente deceduto in un incidente di elicottero il 26 gennaio 2020. Mentre era a bordo di un Sikorsky S-76B. A seguito di un problema tecnico si è schiantato a Calabasas, in California. Insieme a lui hanno tragicamente perso la vita tutte le nove persone a bordo, tra cui sua figlia Gianna Bryant, John Altobelli (allenatore di baseball e direttore sportivo presso l’Orange Coast College), Keri Altobelli (moglie di John Altobelli), Alyssa Altobelli (figlia di John e Keri Altobelli e compagna di squadra di Gianna Bryant), Christina Mauser (allenatrice di basket femminile e amica della famiglia Bryant), Payton Chester (compagna di squadra di Gianna Bryant), Sarah Chester (madre di Payton Chester e amica della famiglia Bryant) e Ara Zobayan (pilota dell’elicottero).

Kobe e Gianna Bryant

Kobe Bean Bryant – 4 anni dopo

Il dolore è stato tremendo. Tutta la comunità cestistica mondiale è stata colpita duramente da una notizia che l’ha scossa nel profondo. Stretti in un potente dolore, la vicinanza nel cordoglio ha portato alle celebrazioni più sentite e commemorative, con dediche e spot pubblicitari solo per Kobe e per la famiglia.

Dopo 4 anni il ricordo del Kobe Bryant uomo e giocatore non si è mai sopito. Ha continuato a perdurare dentro i fan e appassionati di basket in tutto il mondo, che insieme hanno cercato di trovare ispirazione nel way-to-live di Kobe. Kobe è diventato quasi un mito, non solo come atleta, ma anche come persona. Si mantiene vivo il ricordo indelebile delle sue gesta in campo, dei suoi successi ed in quello che ha portato in 20 anni di esperienza sempre con la maglia Lakers, e soprattutto si cerca di prendere esempio dalla sua instancabile etica lavorativa, riconosciuta in tutto il mondo e chiamata “Mamba Mentality”.

Kobe BryantMamba Mentality: cos’è e perché è importante 

La “Mamba Mentality” rappresenta un approccio alla vita e allo sport quasi maniacale e che punta direttamente all’obiettivo, spingendo l’atleta a dare tutto se stesso in diversi aspetti. È un concetto enfatizzato durante tutta la sua carriera nella pallacanestro. Viene dal suo soprannome: “Black Mamba“, ispirandosi al serpente africano noto per la sua velocità e pericolosità. La “Mamba Mentality” riflette gli attributi mentali e la filosofia di vita di Kobe:

  • Dedizione e Impegno – La “Mamba Mentality” sottolinea l’importanza di essere dediti al massimo e di impegnarsi senza mai risparmiarsi per raggiungere i propri obiettivi. 
  • Determinazione – Un pilastro della “Mamba Mentality”. Non ci si arrende mai di fronte alle sfide e bisogna fare tutto il possibile che il nostro corpo ci permette di fare per centrare l’obiettivo posto.
  • Preparazione – Bisogna essere preparati fisicamente e psicologicamente. La preparazione è un elemento fondamentale alla base del successo. Attenzione ai dettagli e lavoro sodo sono parte integrante di questo aspetto
  • Fiducia in sé stessi – Avere sempre fiducia in sé stessi, affrontare ostacoli e capire i propri limiti per superarli, senza paura di cadere nell’errore.
  • Resilienza – Affrontare diversi ostacoli, inclusi infortuni, ma lavorare per tornare tornare più forti di prima.

L’importanza della “Mamba Mentality” è nel suo pregio di ispirare e motivare le persone a raggiungere il massimo nelle loro attività, siano esse sportive o personali. Una profonda ispirazione mentale che Kobe ha potuto costruire durante tutta la sua carriera, che è iniziata in Italia, per poi arrivare negli States.

Kobe Bryant e l’Italia: un rapporto speciale

Il legame speciale di Kobe Bryant con l’Italia è principalmente legato al periodo che ha trascorso nel nostro paese quando era bambino. Kobe è nato il 23 agosto 1978 a Philadelphia, negli Stati Uniti, ma suo padre, Joe “Jelly Bean” Bryant, ex giocatore di basket, ha giocato nella massima lega Italiana di basket quando Kobe aveva solo sei anni. In questo periodo l’intera famiglia Bryant si è trasferita in Italia, dove Kobe ha trascorso parte della sua infanzia e adolescenza.
Ha vissuto principalmente a Rieti, nella regione del Lazio, e successivamente a Reggio Emilia, toccando anche Pistoia. Durante questo periodo, Kobe non ha solo imparato a parlare italiano in modo molto fluente, ma ha avuto modo di sviluppare la sua passione per il basket. Ha, infatti, giocato a basket nelle squadre giovanili delle varie città in cui ha seguito il padre, acquisendo un modello di esperienza tecnica diverso dagli insegnamenti delle giovanili americane e affinando le sue abilità in maniera totalmente differente. 

Bryant titolo NBAIl legame di Kobe con l’Italia è rimasto forte anche dopo il suo ritorno negli Stati Uniti. Ha continuato a parlare l’italiano fluentemente (anche in campo, con Vujacic) e ha mantenuto un affetto speciale per il paese. Ha frequentemente visitato l’Italia durante la sua carriera e in seguito al ritiro, partecipando a eventi promozionali, incontri con i fan e collaborando con organizzazioni benefiche.
Un rapporto stretto e che, nel 2016, Kobe Bryant è stato onorato dal governo italiano con la nomina a Membro Onorario dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimento che testimonia il suo contributo al mondo dello sport e la sua influenza positiva nella promozione delle relazioni tra Italia e Stati Uniti.

L’affetto di Kobe per l’Italia è stato evidente anche nel suo coinvolgimento dopo il terremoto che ha colpito la regione dell’Umbria, nel centro Italia, sempre nel 2016. Ha, infatti, contribuito finanziariamente alla ricostruzione delle scuole danneggiate e ha dimostrato il suo impegno nel sostenere la comunità colpita.

Kobe Bryant: le sue performance più importanti

Ma sono le sue straordinarie performance in campo che ne hanno fatto l’idolo e leggenda che è ancora considerato tutt’oggi. Tra queste incredibili partite, vogliamo ricordarne 5:

  1. 81 punti contro i Toronto Raptors (22 gennaio 2006) – La performance più iconica di Kobe. Segnò 81 punti, il secondo punteggio più alto in una singola partita nella storia della NBA, contro dei Toronto Raptors che cercarono di limitarlo in ogni modo, facendo continui cambi di marcatura difensivi.
  2. Playoffs NBA 2005-2006 contro i Phoenix Suns (30 aprile 2006) – Bryant segnò 50 punti, compresi 23 nel quarto quarto e nei supplementari, portando i Lakers alla vittoria con canestro del pareggio nei tempi regolamentari e della vittoria nei supplementari.
  3. The Last Dance contro gli Utah Jazz (13 aprile 2016) – Nella sua ultima apparizione su un campo NBA, Kobe Bryant ha segnato 60 punti, portando al successo i suoi Lakers e concludendo la sua carriera in modo spettacolare e irripetibile.
  4. Gara 4 delle NBA Finals 2000 contro gli Indiana Pacers (11 giugno 2000) – Bryant, a soli 21 anni, risulta decisivo segnando 28 punti, inclusi quattro tiri liberi decisivi nei secondi finali, contribuendo alla vittoria dei Lakers e al primo titolo NBA del Three-Peat di inizio millennio
  5. Gara 4 delle Western Conference Finals 2000 contro i Portland Trail Blazers (25 maggio 2000) – Kobe Bryant segnò 25 punti nel quarto quarto, aiutando i Lakers a rimontare da uno svantaggio di 15 punti e vincere la partita.

Vogliamo ricordare anche noi una leggenda dello sport più bello del mondo, un icona di determinazione e voglia di vincere. Colui che ha gettato sempre il cuore oltre l’ostacolo e ha permesso, grazie al suo esempio, di illuminare il cammino di tanti dopo di lui, cresciuti ammirando le sue gesta in campo e fuori.
Unico.

Kobe Bryant, AKA The Black Mamba,
Never Forget.

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